Coltivazione Tartufo

Piante micorizzate: pro e contro della "tartuficoltura"

Desideri coltivare tartufi? Leggi attentamente questo aricolo che tratta di piante micorizzate da tartufo, del terreno ideale e di altri fattori fondamentali per coltivare il tartufo.

Come avrete letto nei nostri articoli precedenti, uno dei fattori che rende il tartufo bianco pregiato più costoso rispetto agli altri funghi ipogei riguarda il fatto che l’unico modo per reperirlo è dovuto alla spontaneità con cui entra in simbiosi con le piante tartufigene, essendo praticamente impossibile da coltivare.

Cosa ben diversa per il tartufo nero pregiato, lo scorzone estivo e invernale e, da qualche anno e in via del tutto sperimentale, il tartufo bianchetto che, invece, sono più “idonei” alla coltivazione.

A tal proposito abbiamo ricevuto molte mail in cui ci si chiedeva di approfondire il discorso sulla “coltivazione del tartufo nero“: neo commercianti, proprietari terrieri, famiglie che vivono in una casa con un giardino incolto sul retro, contadini e persino il sindaco di una cittadina romagnola interessato ad investire su piante micorizzate per dare una destinazione “innovativa” ad alcune aree verdi comunali, ci hanno chiesto se sia davvero così facile coltivare il tartufo e se ne valga realmente la pena.

In molti penseranno che Moscato Tartufi risponderà negativamente a tali quesiti per scoraggiarvi volutamente dall’effettuare un investimento del genere, al fine di farvi acquistare sul nostro sito i tartufi freschi già pronti da consumare.

Niente di più errato: abbiamo la possibilità di reperire le migliori piante micorizzate e di effettuare sopralluoghi presso il vostro domicilio per consigliarvi nella scelta migliore.

Abbiamo conoscenze di micologia, botanica e collaboriamo con i migliori vivai del nord Italia specializzati nella produzione di noccioli e querce micorizzati, il non plus ultra delle piante simbionti.

Fatta questa premessa, però, è giusto che vi mettiamo in guardia, per le seguenti motivazioni:

Coltivazione tartufo: composizione del terreno

Bisogna analizzare il ph del terreno che intendete piantumare, il quale deve essere privo di arbusti, ben arato e senza pietre.

Inoltre è fondamentale condurre nei terreni circostanti alcuni cani addestrati alla cerca del tartufo per constatare se e in che periodo si sviluppa quale tipo di tartufo.

Il sopralluogo ha una spesa fissa e non è detto che abbia esito positivo.

Inoltre, se il vostro terreno ha la composizione giusta perché avvenga positivamente la piantumazione, non è detto che si possano innestare le piante del tartufo a cui pensavate: se in principio volevate coltivare tartufo nero pregiato, è possibile che dal sopralluogo effettuato il vostro terreno risulti più idoneo ad accogliere scorzone estivo, che magari non è di vostro gradimento.

Coltivazione tartufi: manutenzione del terreno

Una volta avvenuta la piantumazione, il terreno deve essere sottoposto a cure precise e costanti.

Togliere accuratamente materiale erboso nel momento in cui si forma, irrigare costantemente nel periodo in cui il tartufo ha bisogno di acqua perché avvenga la simbiosi, in modo da simulare i temporali estivi di cui, ad esempio, ha un bisogno assoluto il tartufo nero pregiato, il più assetato tra i tartufi.

Queste sono solo alcune delle cure necessarie per mettere il vostro terreno in condizione di regalarvi il prezioso tubero.

Coltivare i tartufi: le tempistiche

Armatevi di pazienza, tanta pazienza. Dal giorno di innesto delle piante micorizzate i primi tartufi si formeranno nel vostro terreno dopo almeno 8-10 anni.

In questo periodo lunghissimo la manutenzione e la cura deve essere costante e precisa e, quando affioriranno i primi tartufi, dovrete proteggere la vostra proprietà per evitare furti o l’ingresso di animali selvatici.

Acquistare un cane da tartufo: il Lagotto Romagnolo

Ebbene sì, sono passati circa 10 anni dall’innesto delle piante micorizzate e la curiosità di vedere se la tanta attesa simbiosi è avvenuta non vi fa dormire la notte.

Non vedete l’ora di armarvi di zappa e vanga e di andare a scavare intorno alle piantine, giusto?

SBAGLIATO! Non siate presuntuosi, anche se il terreno è di vostra proprietà, vale la regola secondo la quale “la cerca del tartufo, anche in tartufaie private, va condotta con l’ausilio di cani addestrati a tal fine, con l’obbligo di ricoprire la buca una volta estratto il tartufo dalla terra”.

Perché è necessario, quindi, acquistare un cane da tartufi?

Innanzitutto il cane da tartufi ne individua la presenza senza fare tentativi a vuoto, iniziando a scavare finchè il tubero non affiora dal terreno e “vi chiamerà in causa” solo per avere il suo premietto e per farvelo estrarre a mano o col vanghetto, tipico attrezzo del tartufaio.

In secundis il cane da tartufo non rompe mai le radici micorizzate, cosa che rischiereste di rompere voi con l’ausilio di zappa e vanga.

Inoltre, lo stesso tartufo potrebbe subire danni, spezzandosi o scheggiandosi, cosa che col cane capita solo se lo lasciate fare troppo.

Per concludere su questo punto, la buca va richiusa! Non lasciatevi prendere dall’entusiasmo e richiudete la buca che voi e il vostro cane avete scavato: è l’unico modo per essere sicuri che, più o meno nello stesso punto, il tartufo potrà rinascere l’anno successivo.

Piante micorizzate cinesi

Affidatevi a vivai certificati e italiani, che vi garantiscano per iscritto la buona riuscita delle piante micorizzate che avete acquistato.

Da qualche anno sono entrate sul mercato italiano piante micorizzate provenienti dalla Cina, di qualità pessima e con una percentuale di risultati positivi pari a zero.

Quindi, cari lettori, chi e a che pro potrebbe coltivare tartufo?

Secondo Moscato Tartufi la coltivazione del tartufo potrebbe essere condotta da chi ha un terreno su cui già spontaneamente crescono dei tartufi, aumentando la produzione con l’innesto di qualche piantina micorizzata; da un imprenditore del tartufo che voglia fare un investimento a lungo termine oppure un’azienda agricola che vuole ampliare e innovare la produzione dei propri terreni.

Per ogni esigenza non esitate a contattarci e, se pensate che investire nella tartuficoltura non è proprio semplice e veloce come pensavate, date un’occhiata al nostro shop: tartufi freschi di stagione, tartufi conservati e carpacci di tartufi freschi sono pronti per deliziarvi e farvi rilassare subito, senza investimenti a lunghissimo termine, mentre il vostro vicino di casa, dopo dieci anni di lavoro post-piantumazione, non è riuscito ancora a trovare un tartufo.

Tartufo: il fungo ipogeo dove e come cresce

ll tartufo è un corpo fruttifero di funghi appartenenti al genere Tuber che compie interamente il proprio ciclo vitale sotto terra, motivo per cui viene definito “fungo ipogeo”.

Deve obbligatoriamente vivere in simbiosi con piante arboree per produrre il prezioso sporocarpo.

La composizione del terreno, la temperatura, il tasso di umidità, il tipo di sottosuolo e l’altitudine sono tutti fattori che, in simbiosi con le piante arboree che rientrano in quell’habitat, producono il prezioso tubero.

Al variare dei fattori di cui sopra corrisponde una variazione del tipo di tartufo che si può trovare in quell’habitat, a seconda della stagione, permettendoci di consumare il tartufo fresco praticamente tutto l’anno.